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Il cambiamento inizia OGGI

Anno XIX Numero 2 – Aprile 2022 – E’ TEMPO DI PACE! E’ PACE PER TUTTI?

Cristo Risorto è la nostra PACE

L’umanità vive un momento drammatico e siamo chiamati ad accompagnare tanti nostri fratelli e sorelle che continuano la passione di Cristo nella loro carne: costretti a fuggire, disprezzati, torturati, perseguitati, uccisi dalle bombe o dalla fame o, ancora, annegati nel mare. La nostra Organizzazione, nello specifico, accoglie tante persone con fragilità diverse ed è da tanto tempo protesa ad offrire loro servizi e cure adeguate. Anche i nostri ospiti sono il segno e la “presenza” del Cristo sofferente.

Chiediamo la grazia di non dormire: “Poi venne dai discepoli e li trovò addormentati” (Mt 27,40). Vegliamo e restiamo accanto alle persone che soffrono, che sono in fuga, facciamolo prendendo esempio da Maria: “Stava presso la croce di Gesù sua madre” (Gv 19,20). La presenza, la vicinanza, l’esserci … è prova di amicizia, di affetto, di amore concreto … ed è già cura. Adoperiamoci, per quello che ci è possibile, come Simone di Cirene e la Veronica, per alleggerire il peso della loro croce e affrettare il giorno della risurrezione. L’augurio è che possiamo trovare, come Giuseppe, il coraggio del Sabato santo: “Giuseppe d’Arimatea, con coraggio, andò da Pilato e chiese il corpo di Gesù” (Mc 15,43). Quest’uomo si compromette, ‘esce fuori dal coro’, accetta di essere isolato e mette in campo un nobile sentimento: la pietas, il rispetto, la compassione, la vicinanza …

La forza della risurrezione di Gesù è l’unica energia che ci permette di continuare a sperare, a trovare pace profonda nei tempi difficili che stiamo vivendo, aggrappandoci saldamente alla Sua Grazia risanante e alla sapienza della Croce, che è il segreto della nostra gioia: Tutto possiamo in Colui che ci dà la forza (Fil 4,13).

Sono significative tutte le liberazioni, guarigioni integrali operate da Cristo verso persone che hanno espresso e gridato la loro fede in Lui (il cieco Bartimeo, i vari paralitici, i ciechi, gli storpi, i lebbrosi, i poveri e le vedove …), soprattutto la risurrezione interiore degli apostoli, come il cuore dei discepoli di Emmaus che si scalda dopo aver riconosciuto Gesù e li spinge a ritornare a Gerusalemme, addirittura di notte e senza più paura, per ristabilire la comunione con gli apostoli, mettendo di nuovo in gioco tutta la loro vita per amore. Il risanamento profondo del Cristo non è nel senso del meno, ma del più; non vuole che viviamo di meno, ma di più; con Cristo non è proibito amare, vivere, gioire, dare cioè pienezza e compimento alla vita. Anzi, nel Vangelo viene testimoniata una vera risurrezione per coloro che accolgono il messaggio del Signore. Non c’è solo la risurrezione di Lazzaro, della figlia di Giairo, c’è anche la risurrezione del piccolo Giovanni che esulta nel ventre di Elisabetta, dei figli di Zebedeo che rompono la vita di tutti i giorni e si mettono dietro a Gesù, del paralitico che si mette in piedi e poi si incammina. È stupendo questo ‘alzarsi’ della persona, il decidersi per qualcosa di nuovo, lo scoprirsi degno di vita dopo essersi sentito ignorato e svilito per lungo tempo.

E’ fondamentale saper accogliere in pienezza il mistero pasquale di salvezza, smorzando i sentimenti e le abitudini negative, affinché si è pronti ad instaurare relazioni nuove, più rispettose, capaci di costruire il bene, uscendo da piccoli mondi e schemi superficiali, testimoniando uno sguardo nuovo, una capacità inedita di vedere e valutare i fatti e la realtà; perché si sappia vedere il fuoco sotto la cenere e la vita nell’apparente morte, come hanno saputo vivere e testimoniare tanti santi e tanti donne e uomini impegnati, che hanno avuto fede, mantenuto salda la speranza, continuato ad amare, sempre e comunque…

Auguriamoci di diventare uomini e donne che diano valore primario alla dignità di ogni persona, capaci di scelte e azioni umane (torniamo ad essere umani!), veri credenti: discepoli al seguito di Gesù che sanno individuare il bene esistente e quello da compiere, il vero da testimoniare, i propri errori da correggere e nuovi orizzonti spirituali da scoprire. Solo vivendo questa Vita Nuova, differente, paradossale, e testimoniandola, possiamo favorire nelle nostre famiglie e nel mondo un clima di autentica e vera pace, ricca di profonda umanità, coraggio, mitezza e comunione fraterna evangelica.

Questa Pasqua possa segnare per tutti noi un Tempo Nuovo; possa la grazia del Signore Risorto aiutarci a fare nostre (e a vivere!) le parole: “Le cose vecchie sono passate … ecco ne sono nate di nuove … Io faccio nuova ogni cosa”! (2 Cor. 5,17 – Ap. 21,5).

p. Piero Puglisi

SOCIETA’

Dal Covid alla Guerra. L’uomo diventa vittima di se stesso.

prof. Scerbo Alberto – Docente Ordinario di Filosofia del Diritto UMG

Gli ultimi due anni hanno lacerato le nostre esistenze e hanno modificato la percezione della realtà. L’esplosione della pandemia da Covid-19 ha letteralmente cambiato il nostro stile di vita, ha rinchiuso gli uomini nelle proprie solitudini e ha scoperto tutte le nostre paure. L’interruzione delle relazioni sociali, la distanza dagli affetti, lo stravolgimento assoluto della quotidianità e soprattutto l’incontro ravvicinato con la morte hanno imposto qualche riflessione sull’incoscienza dell’uomo e sulla sua incapacità di leggere il presente e proiettarsi verso il futuro.

SPIRITUALITA’

“Gesù Cristo è la vera Pace!”

Sac. Ferdinando Fodaro – Catecheta e dottorando in Teologia dogmatica

La nostra fede professa Dio come Padre di ogni donna e uomo che abita la terra; è questo il fondamento della pace, della giustizia e della gioia. Riconoscere la Sua paternità ci permette di accogliere quanto dice l’Apostolo Pietro nella casa del centurione Cornelio: la Parola di Dio annuncia “la pace per mezzo di Gesù Cristo: questi è il Signore di tutti” (Atti 10,36). Gesù Cristo è la vera pace! Ed è per questo che la Chiesa, comunità dei discepoli del Signore crocefisso e risorto, non può rimanere indifferente davanti al dolore umano e all’angoscia che si eleva da ogni angolo della terra. 

VOLONTARIATO E TERZO SETTORE

Le spedizioni della solidarietà da Catanzaro hanno raggiunto più volte l’Ucraina.

Benedetta Garofalo – Ufficio stampa CSV Calabria Centro

Il dramma dell’Ucraina assume ogni giorno che passa proporzioni devastanti per coloro che restano a combattere e per coloro che fuggono dall’orrore, per i paesi confinanti che li accolgono, ma anche per quanti da lontano non si limitano a guardare.

SANITA’

EMERGENZA UCRAINA. La Calabria si conferma Terra di accoglienza.

Protezione Civile Calabria

La Calabria è sempre stata una Terra di accoglienza e lo conferma il suo impegno in prima linea in queste settimane per affrontare al meglio l’emergenza Ucraina, mettendo in campo l’enorme macchina istituzionale della solidarietà: risorse, energie e professionalità a disposizione di chi versa in condizioni di estrema difficoltà.

ISTRUZIONE

Costruire la pace è un sogno che può diventare realtà.

Team classe 2 A, plesso Passo di Salto, I.C. Casalinuovo Sud Catanzaro 

Non è facile affrontare con i bambini il tema della guerra e della distruzione che essa si porta dietro. Non è facile dire che a piccole anime innocenti viene negato ogni diritto e il più grande fra tutti quello alla vita. Non è pensabile affrontare anche in classe quanto si è costretti a guardare in tv o ad ascoltare dai discorsi dei grandi. Eppure risulta doveroso per una istituzione come la scuola sensibilizzare ai valori della pace e della vita.

SPORT

L’addestramento al combattimento, non insegna la guerra ma i valori del rispetto e la disciplina.

Roberta Mannaioli – Young Club Taekwondo Catanzaro 

La nostra arte marziale nasce in Corea in tempi antichissimi per esigenze di difesa personale, diffusa tra il popolo e fra i guerrieri.

La parola a…

Vivo in Italia da tanti anni, dal 2004. Avevo 17 anni, qui viveva una nostra amica e quindi siamo venuti in Calabria. Prima è venuta mia madre, poi l’abbiamo raggiunta io e mia sorella. Mia sorella era più piccola, aveva 13 anni ed ha iniziato subito a studiare. Anche io mi sono diplomata qui e laureata in Economia. Ho la Cittadinanza Italiana. Nel cuore sono Ucraina e porto e sento i valori che mi hanno trasmesso nella mia infanzia e adolescenza, ma per me l’Italia è la mia prima casa. Amo tutto dalla cultura, al mare, al cibo, all’arte. L’Italia è un paese meraviglioso. Adesso, da un paio di anni, lavoro in un CAF-Patronato di Squillace che si chiama “Associazione Italiana Coltivatori”. Faccio anche l’interprete presso il Tribunale. Faccio traduzioni ed in questo periodo sto lavorando come volontaria in Questura al sabato mattina.

Quello che ora sta accadendo nel mio paese di origine, l’Ucraina, nessuno se lo immaginava, nessuno, era assolutamente una cosa imprevedibile. Io l’ho saputo un giovedì mattina, molto presto, quando ho ricevuto un messaggio da mia cugina “Siamo in macchia, noi tutti familiari, ci siamo sentiti, stiamo lasciando Kiev, stiamo uscendo dalla città, per rifugiarci nei paesi vicini”. La madre abita a 100 km da Kiev, così mia cugina è andata da mia madre, altri miei parenti di Kiev sono andati in un pesino, sempre nelle vicinanze. Non se lo aspettavano, erano sotto shock, sentire le esplosioni, svegliarsi per le esplosioni e affacciarsi e vedere le persone che caricavano le valigie, una valigia fatta in mezz’ora per scappare. È un brutto film.

Al momento dello scoppio la maggior parte dei miei parenti era a Kiev, mia cugina mi ha avvisata al mattino presto. Erano in macchina e a causa del traffico ci hanno messo 4-5 ore ad uscire dalla città. Poi suo fratello, mio cugino, con la sua famiglia, sua moglie e sua figlia di due mesi, sono scappati dai genitori di lei; un altro parente da parte di mia madre ha pensato di temporeggiare perché incredulo. Nessuno se lo aspettava. Noi preoccupati li abbiamo chiamati ed invitati ad andare dalla nonna che sta a 40 Km da Kiev. Dopo, verso mezzogiorno, si sono convinti e si sono spostati dalla nonna, ma gli uomini, mio cugino e mio padre, hanno fatto rientro a Kiev. Questo anche perché dopo qualche giorno dallo scoppio della guerra, sono iniziati atti di sciacallaggio. Mio zio, avendo più di 60 anni, non lo hanno impiegato come funzionario o aiutante per l’esercito, invece l’azienda dove lavora mio cugino sta facendo attività di supporto all’esercito, da quanto è emerso, quindi viaggia spesso da Kiev a Leopoli e da due settimane sta a Leopoli. La gente che non è scappata, è rimasta a Kiev perché non sapeva dove andare o non aveva mezzi o perché convinti della temporaneità dei fatti, si rifugiano in cantine sotti i palazzi, cantine che si trovano due metri sotto i palazzi o nei paesini, nei giardini, ci sono delle cantine per conservare delle verdure di inverno per proteggerle dalle temperature che di inverno sono sotto lo zero, e d’estate perché un posto fresco.  Mia nonna incoraggiava me “Guarda Olga, noi stiamo benissimo, solo quando suona la sirena, noi corriamo di notte, in questo rifugio, ma abbiamo messo il tappeto, il tavolo, lo abbiamo sistemato bene”. Lei tranquillizzava me, che quando suona la sirena si rifugiano in queste cantine. Ovviamente quello che mi hanno raccontato e che hanno vissuto, è la paura bruttissima di ogni rumore, ogni rumore che sentivano passa una vita davanti perché la paura della guerra, stare sotto le bombe è una paura che soltanto riesce a capire chi l’ha vissuta. Poi sia a Kiev che nei paesini hanno fatto una specie di orario di quando si può uscire e quando non si può uscire, cioè dalle ore 8.00 alle ore 15.00 si può uscire per esempio, poi non si può uscire, poi per due/tre giorni non si può uscire e chiudevano proprio e nessuno poteva uscire. In tutti i paesini, quando inizia a fare buio, tengono la luce spenta, per essere invisibili al nemico o chiudono le finestre completamente, le persiane non ci sono, non si usano in Ucraina e quindi loro hanno messo dei cartoni, hanno chiuso le finestre in modo da non far vedere la luce all’esterno. L’altra cosa, infatti, negativa della guerra è che riducono le persone alla miseria perché posso sostenersi per qualche mese, ma poi se nessuno lavora è difficile, impossibile sostenersi.

Tornando alla mia famiglia, mia nonna sta in un paesino vicino Kiev e lei non lascia la propria casa, per fortuna non è sola, è con mia zia che ha smesso di lavorare e sta con mia nonna. Poi c’è un’altra mia zia nelle zone vicine a Kiev. Mio padre si trova a Varsavia da due settimane, e quindi sono serena anche se chi parte pensa di stare fuori due/tre settimane, ma ancora dopo circa 40 giorni, sono increduli che in Ucraina c’è la guerra. È una cosa possibile dopo quello che ci ha insegnato la storia? Sono ancora increduli che un paese libero e civile può essere così facilmente attaccato. Mio padre pensa di restare a Varsavia, ma io sto insistendo per farlo venire qui, in Italia, perché li sta, in verità, in condizioni precarie. Lui dice di voler tornare a casa, ma io gli ho detto di pensare di venire in Italia ed investire qui, ma di immaginare di venire per una vacanza, un paio di mesi, con la speranza che in Ucraina tutto si sistemi e si possa rientrare. Invece a casa mia ora c’è mia cugina, che è arrivata in macchina con un’amica e due bimbi, una bimba di 5 anni e un bimbo di 10, e sono qui con me. Vivono a Squillace con me da un paio di settimane e prima di loro è arrivata la moglie con una bimba di 12 anni di un altro mio cugino. Si sono spostati ora su Vibo Valentia, da un’altra mia parente, perché io non avevo più spazio.

Da questa esperienza è partita un’attività solidale e spontanea. Una nostra collega ha contattato l’associazione “L’Amore Universale” di Catanzaro, più la nostra Associazione Italiana Coltivatori “Magna Grecia” che si trova a Squillace come sede, ma con diversi uffici a Soverato, a via Caprera con la collega Valentina Macrì. Lei ha un grande cuore, si è messa a disposizione, ha messo a disposizione il proprio studio per raccogliere gli aiuti umanitari e abbiamo già fatto partire due tir, uno per Leopoli e uno per Kiev di cibo, medicine, vestiario, coperte. In più stiamo accogliendo le persone che arrivano già qui. Ad esempio Valentina a casa sua ospita una coppia di coniugi, altre persone che arrivano, lei sta cercando di aiutare, smistare. Altre persone volontarie hanno caricato una settimana fa 5 macchine, hanno fatto una carovana per portare cibo, vestiti e giocattoli ai bambini che sono arrivati a Squillace e Vallefiorita. Diciamo che si sono attivati molto di più i piccoli comuni e le chiese, il comune di Catanzaro ancora si sta organizzando e quindi, i volontari, ho sentito anche le persone su Catanzaro, stanno lavorando singolarmente. Ognuno fa quello che può. Stiamo cercando di tenerci in contatto anche per sapere quali sono le priorità e i bisogni delle persone che arrivano e delle persone che sono al confine o come mandare gli aiuti alle persone in Ucraina. Sappiamo che mancano le medicine. Io ho mandato i farmaci a mia zia ed in una settimana sono arrivati e di questo sono contenta. Abbiamo raccolto prevalentemente cibi a lunga conservazione, le medicine grazie anche alla partecipazione delle farmacie a cui abbiamo fornito degli elenchi di ciò che serviva e le persone che volevano donare andavano direttamente in farmacia e potevano acquistare. Abbiamo raccolto anche tanto cibo e alimenti per bambini, prodotti per l’igiene. Poi in questi giorni tante persone mi contattano per sapere come raggiungere l’Italia. Ci sono tante organizzazioni di pulman che partono da Varsavia. Li metto in contatto. Tante persone mi chiamano per le traduzioni, per i consigli su cosa si può fare qui. Le persone che arrivano devono fare il primo tampone, gli viene rilasciato un codice che si chiama STP, una sorta di tessere sanitaria per 6 mesi, poi dopo 5 giorni dal primo tampone ne devono fare un secondo e se non hanno le vaccinazioni, possono vaccinarsi qua. Per il terzo sabato sarò in questura. Ricevono solo gli ucraini che si registrano qui e a loro viene rilasciato un permesso di soggiorno per 12 mesi, per questi casi particolari. Io mi offro come interprete volontaria.

Io non penso di rientrare, per me l’Italia è la prima casa. Vivo qui da quasi 20 anni e non penso di rientrare in Ucraina. Invece le persone che vengono qui, come una conosciuta in questura l’altro sabato, che si è messa a piangere perché sprovvista di alcuni documenti e sconfortata dal fatto che non era in grado di farlo perché qui non conosceva nessuno o perché non sa come muoversi con i mezzi. Nel pianto ha dichiarato di voler tornare al suo paese. Coloro che arrivano, sono famiglie divise, separate dai loro padri che restano lì. È una tragedia umana. Vedo questi bambini che gli viene spiegato come un gioco, una vacanza ma loro capiscono tutto e come diceva la mia amica, “i miei bimbi sono diventati adulti”. In Ucraina non c’è l’obbligo di arruolarsi nell’esercito. Quindi tutti coloro che combattono adesso, che compongono l’esercito sono volontari. Migliaia di uomini stanno rientrando in Ucraina da altri paesi per combattere perché è un popolo che è stanco di essere sovrastato dalla Russia, che ha sempre mantenuto l’Ucraina come un paese cuscinetto e quindi, in politica, anche se il nostro paese è giovane, dal 91 è indipendente, avrebbe voluto crescere e svilupparsi da solo, arrivando alla libertà e ai diritti europei. Solo questo volevamo. Non volevamo niente da nessuno. Il popolo ucraino voleva fare con le proprie forze, lavorare e crescere per avere una vita dignitosa, per i diritti umani riconosciuti a livello europeo.  Nessun evento storico e politico può giustificare una guerra così feroce, un genocidio. Si sta compiendo un vero e proprio genocidio della popolazione ucraina. In Ucraina da trenta anni si sono susseguiti presidenti filorussi, presidenti che potevano essere marionette o portavoce della Russia, per consentire alla Russia di fare i propri comodi. Nel 2004 un primo tentativo con la Rivoluzione Arancione ma il presidente Juscenko fu avvelenato e poi cacciato dalla guida del paese per essere sostituito da un presidente filorusso. Poi Putin ha tolto la Crimea e con la scusa del nazismo è entrato nelle regioni di Luhansk e Donetsk dove la guerra dura da 8 anni anche se Putin e tutti i filorussi sostengono che sono gli ucraini che ammazzano gli stessi ucraini perché gli ucraini sono nazisti. Gli Ucraini sono stanchi di essere sovrastati da un altro popolo. Il popolo russo, non so bene perché, si sente superiore grazie a Putin e proprio in questo c’è l’orrore della storia che si ripete. Il popolo russo dalla propaganda che ingoia ogni giorno, sente di essere superiore agli altri popoli e pensa che gli ucraini sono nazisti. Gli ucraini gridano solo che sono ucraini e che vogliono la loro terra e la libertà.

Io penso che finalmente in Ucraina è arrivato il presidente eroe che non ha avuto paura non ha accettato l’aiuto degli americani per scappare. È rimasto lì per combattere quando il primo ad essere minacciato è proprio lui con la sua famiglia. Se qualcuno mi viene a dire che il presidente Zelenski è un altro pazzo come Putin perché poteva, in modo furbo, evitare di parlare troppo della Nato, di fare un passo più lungo, di essere un po’ più saggio e di mantenere degli equilibri, io non la penso così perché in primis l’Ucraina è un paese libero ed indipendente, in secondo luogo Putin aveva già programmato questa cosa dal 2014, da quando aveva preso la Crimea. A lui non stava bene un presidente ucraino che pensava alla libertà, ai diritti dei cittadini, voleva trovare una persona che facesse i suoi interessi. Io ho chiesto ai miei parenti che ho accolto in casa se fosse stato meglio subire tutto ciò e rimare in modo pacifico, evitare la morte e la distruzione e loro mi hanno guardato malissimo e mi hanno risposto “immagina che qualcuno viene a casa tua, prende quello che vuole, ti butta la bomba in casa e in più ti dice quello che devi fare. Tu alzi le mani e dici fai di me quello che vuoi.” E la mia amica aggiunge “E io i miei bambini dove li faccio crescere”. Loro non vedono futuro sotto una dittatura. Come si può piegarsi alla dittatura?! E quindi sono disposti a rispondere con il sangue ma non a piegarsi alla dittatura.

Putin ha chiamato sempre questa come l’operazione di pace, l’operazione speciale di pace, dicendo che i militari russi portano la pace in Ucraina ed in alcuni tg i russi vedono quello che devono vedere e sentono quello che devono sentire cioè che la popolazione ucraina incontra e abbraccia con le lacrime e i fiori i soldati russi. Una disinformazione assurda.  I cittadini russi vengono, invece, arrestati se vanno in piazza con un foglio bianco, o con la scritta no guerra. È uscita una legge in Russia che coloro che parlano di guerra vengono arrestati. Quindi chi non lo sa, perché non ha i mezzi di comunicazione, non ha internet e ascolta solo la tv, sanno solo quello che vogliono far sapere. Quello è un popolo d’accordo con Putin. Vogliono fare una rete internet interna e non hanno Instagram e Tik Tok. Potrei parlare all’infinito. Nonostante ci sono città già rase al suolo come Maripol, là non è rimasto niente, tante altre città sono bombardate, i palazzi, gli ospedali per i bambini senza distinzione, bombardano i punti più deboli, è una feroce guerra, è un orrore della storia che si ripete forse ancora più grave di ciò che ha vissuto l’umanità. Non sappiamo ancora quanto può durare questo conflitto, questo brutto sogno, gli ucraini pensano di tornare nella loro terra e di costruire il loro futuro li, perché loro amano la loro terra sono patrioti.

In questo momento a loro, all’Ucraina, serve il sostegno di tutto il mondo. C’è tanta solidarietà da parte di tantissimi paesi, ma serve un sostegno più concreto, un sostegno che può fermare questo mostro, che ha messo paura a tutto il mondo, ha in pugno l’umanità, non ci si muove perché si ha paura di una guerra mondiale. L’ucraina difende tutti i valori, i diritti della democrazia della libertà, i valori umani che l’Europa ha conquistato, il mondo ha conquistato e l’Ucraina li difende con il sangue e con la morte e va aiutata.

Olga Lemekha

Buona Pasqua

Pensieri al tempo del covid

L’esperienza del Covid, ancora non totalmente conclusa, ha naturalmente interessato anche Fondazione Città Solidale, sia in quanto Organizzazione (che ha dovuto fronteggiare l’emergenza nell’emergenza), sia in quanto persone, ciascuna con il suo ruolo, le sue responsabilità, la sua sensibilità. Molti in questo periodo hanno scritto, per fare memoria, per ritrovare un ordine ed un senso, per appuntare e trasmettere emozioni e riflessioni utili a sé stessi ed agli altri. Lo hanno fatto anche i componenti di Città Solidale: operatori, ospiti, il Presidente… E’ stato racchiuso tutto in questa raccolta che potete ricevere subito chiamando il n. 3519661212.

*Il contributo sarà devoluto ad iniziative legate al covid 19

Fondazione Città Solidale Onlus

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