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Il dramma dell’Ucraina assume ogni giorno che passa proporzioni devastanti per coloro che restano a combattere e per coloro che fuggono dall’orrore, per i paesi confinanti che li accolgono, ma anche per quanti da lontano non si limitano a guardare.

Non si contano le iniziative di solidarietà che da più di un mese, dall’Italia e dal mondo, vengono portate a termine sotto forma di raccolta fondi, di distribuzione di abiti, farmaci ed alimenti a lunga scadenza, e di accoglienza dei bambini, delle loro mamme, delle loro nonne.

Anche da Catanzaro sono partiti vari camion alla volta del Paese martoriato, e presto altri vi faranno ritorno. All’interno hanno trasportato tutto quello che le associazioni di volontariato, le parrocchie, le scuole e gli enti comunali sono riusciti a raccogliere grazie alla generosità spontanea dei cittadini. Nell’immediato vestiti invernali ed in buono stato, ma anche farmaci, prodotti per l’igiene personale, alimenti per neonati e a lunga scadenza attraverso l’adesione di molti esercizi commerciali, e delle farmacie in primo luogo.

 “Dar Assalam” e “Asim”, ad esempio, due associazioni nate per venire incontro alle esigenze degli immigrati residenti nel capoluogo, sono state tra le prime ad aver avviato un percorso di collaborazione con farmacie e negozi di varia entità. “Abbiamo attivato la raccolta di farmaci sin da subito, predisponendo la prima locandina che dava indicazione degli esercizi commerciali aderenti all’iniziativa come centri raccolta– chiarisce Antonio Carioti, presidente di “Dar Assalam” – Sono giunti a destinazione ben due carichi di farmaci, a testimonianza di un’attenzione verso il prossimo che viene sempre fuori nel momento della necessità. Noi ci saremo sempre laddove c’è il bisogno, perché il bene agli altri è insito nell’etica morale che è alla base del nostro credo religioso”. 

E dove serve non fanno mai mancare il loro sostegno i volontari di “Ave-Ama” che hanno messo in piedi nella loro piccola sede un punto di raccolta di abiti in buono stato, coperte, alimenti a lunga scadenza, farmaci acquistati da privati e persino carrozzelle per disabili, da far convogliare ai centri più grandi, ovvero alla Confartigianato in via Lucrezia della Valle, ed alla parrocchia del Sacro Cuore nel quartiere Lido. Anche ora che il primo carico è partito e consegnato, la raccolta prosegue a favore delle famiglie ucraine ospitate in città o dei nuclei familiari che si sono ricongiunti con chi risiede già qui. “Ora che raggiungere l’Ucraina è più complicato, abbiamo pensato di concentrarci direttamente sulle richieste dei profughi ospitati nelle famiglie o che si sono ricongiunti con i loro familiari o con polacchi che vivono già qui– spiega la presidente di “Ave-Ama”, Anna Cristallo E grazie all’impegno dei volontari dell’associazione, e con l’aiuto dei ragazzi di “Fiori del deserto”, non ci siamo praticamente mai fermati nella raccolta. Così com’è avvenuto anni fa con la guerra in Bosnia, destinando agli sfollati un intero tir della Protezione Civile carico di ogni bene, e così com’è stato nei primi tempi della pandemia, ci siamo rimboccati nuovamente le maniche, perché per l’emergenza il volontariato è sempre in prima linea, e non può essere diversamente”.

C’è poi chi è stato coinvolto direttamente dalla comunità ucraina residente in città, come ci spiega Pietro Marino dell’associazione “Vitambiente”, che per la raccolta di farmaci si è rivolto anche alle scuole (istituti “Pascoli-Aldisio”, “D’Errico”, “De Nobili”), con l’installazione di appositi contenitori, stimolando la partecipazione al fine benefico di alunni, insegnanti e genitori. Ed ora che il primo carico diretto a Leopoli, e partito dal centro raccolta alla Confartigianato di Catanzaro, è stato consegnato, l’attenzione dei volontari dell’associazione nazionale guidata da Marino si sta dirigendo verso l’accoglienza dei profughi in arrivo. “In collaborazione con associazioni di Roma abbiamo preparato un ulteriore carico che sarà trasportato con dei pullman, che faranno a loro volta ritorno con alcuni profughi che verranno accolti nel nostro territorio–continua Marino –Sappiamo bene che chi arriva, soprattutto se minore non accompagnato, ha bisogno di un supporto psicologico perché sradicato dalla propria terra, dalla propria famiglia, dalle proprie radici, ed è per questo che lo staff di psicologi dell’associazione si è messo a disposizione di tutti quei bambini che arriveranno da noi senza famiglia”. E intanto i volontari dell’associazione si sono già prodigati ad accogliere alcune richieste all’apparenza banali, come l’asciugacapelli o l’orsacchiotto per un bambino che l’aveva smarrito: ma nulla è banale per chi dall’oggi al domani ha perso tutto ed ha un disperato bisogno di tenersi aggrappato alla vita.

Molte di queste iniziative di generosità sono state personalmente seguite da OleksandraPasyeka, una mediatrice culturale di origine ucraina che vive da tempo a Catanzaro, e che rappresenta il punto di riferimento per i connazionali giunti qui o in procinto di arrivare: “L’ondata di solidarietà dei catanzaresi per il mio popolo ci ha letteralmente travolto, tanto che non sapevamo neanche più dove collocare gli scatoloni carichi di roba –descrive Oleksandra, da sempre attiva sul territorio nell’interesse degli ucraini, ma non solo, che giungono in città, sia attraverso la sua professione che come fondatrice dell’associazione “Libera Ucraina in Italia”- Ora ci stiamo concentrando sui bisogni degli ucraini che sono già qui, ospiti di famiglie o di strutture, come “Mondo Rosa”. Ci hanno dato per qualche giorno lo spazio del Polivalente apposta”. 

Ma oltre alla commozione per quanto fatto dai catanzaresi, Oleksandra, forte della sua esperienza, manifesta anche le proprie perplessità per l’organizzazione dei servizi di accoglienza, con particolare riferimento ai bambini: “Molte famiglie, prese dall’emozione del momento, chiedono di poter ospitare dei bambini, a volte ignorando che i minori non possano essere adottati né separati dagli altri che vengono dall’orfanotrofio come loro – continua – E’ sempre necessario rivolgersi alla Prefettura, non agire d’istinto: i bambini, infatti, non sono dei pupazzi che vengono scelti perché hanno ad esempio gli occhi azzurri, ma richiedono attenzioni continue da parte di tutto il sistema istituzionale, scolastico e sanitario. Ma ancora mancano delle linee guida chiare e fondamentali nella gestione degli arrivi, che da qui a poco aumenteranno”.

Benedetta Garofalo – Ufficio stampa CSV Calabria Centro

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