Seleziona una pagina

La figura della donna nella sua funzione di madre, educatrice e insegnante è inevitabilmente legata al lungo e difficile percorso che le donne hanno dovuto intraprendere verso un’emancipazione che, ancora oggi, le vede impegnate e non ancora vittoriose.

Bisogna andare lontano nel tempo fino a incontrare una figura femminile quale quella della poetessa greca Saffo che, nell’isola di Lesbo, curava l’educazione di giovani e nobili fanciulle in vista del matrimonio, impartendo loro lezioni sull’amore, la grazia, il canto e l’eleganza.

E’ alle sue allieve che Saffo dedica versi struggenti, in cui esprime tutto il trasporto ed il coinvolgimento emotivo, passionale che nutre nei loro confronti. L’amore è il fulcro delle sue liriche, lo stesso amore e la stessa dedizione che oggi, come ieri, tante donne nel loro ruolo di madri, educatrici e insegnanti riversano per la costruzione di un mondo migliore, per la formazione di giovani e giovanissimi che, a vario titolo, vengono presi per mano e guidati in un cammino verso l’età adulta, spesso pieno di insidie, difficoltà e sfiducia nel domani.

Quando il/la bambino/a nella sua crescita viene affidato/a a figure diverse da quelle genitoriali frequenta la scuola “materna”. E’ proprio un caso chiamare così il primo luogo dove, al di fuori delle mura domestiche, i bambini ricevono cure amorevoli e imparano ciò che di più importante si può loro insegnare? Apprendono attraverso il gioco, la socialità, la condivisione.

Quintiliano, nella sua “Institutio oratoria”, sottolinea l’importanza che ha l’apprendimento attraverso il gioco e predilige l’istruzione pubblica a quella privata. Certo il primo pedagogista degno di tale definizione, contrario alle punizioni corporali, vive in un tempo in cui la figura femminile ha un ruolo marginale nel processo educativo. Il maestro nell’antica Roma (preferibilmente greco) preparava i discenti al cursus honorum, la carriera politica. Ma la donna, in quanto madre, resta impressa nel ritratto che lo storico Livio fa di Cornelia, la madre dei Gracchi. Di fronte allo sfoggio di monili d’oro e d’argento, Cornelia preferisce mettere in mostra i suoi “gioielli”: Caio e Tiberio, destinati a svolgere un ruolo importantissimo nella storia di Roma repubblicana.

“Dietro grandi uomini ci sono grandi donne”, appunto, dietro, non accanto, ma il faro della loro genialità, della loro intraprendenza non ha potuto essere offuscato ed oscurato anche nei periodi più bui della storia umana.

Un esercito silenzioso di maestre ha combattuto l’ignoranza e l’analfabetismo dilaganti nel nostro Paese tra la fine dell’Ottocento e fin oltre il dopoguerra, raggiungendo paesini sperduti e dimenticati da tutti: unico obiettivo portare speranza. La speranza che dove c’è istruzione e formazione, attraverso la fatica, l’amore e la dedizione, i buoni risultati, presto o tardi, arriveranno.

Sono anni difficili, gli stessi anni in cui Maria Montessori lotta per far parte di una comunità scientifica composta prevalentemente da uomini, dal momento che erano ancora molti i pregiudizi nei confronti del genere femminile. Il suo pensiero pedagogico ha finito col formare generazioni di docenti che, per amore e per libera scelta, hanno imbracciato le armi dell’istruzione per combattere l’unica guerra che ogni giorno dovrebbe essere combattuta e che migliaia di maestre e docenti hanno deciso di portare avanti, in un mondo in cui la sfida educativa (dal latino: e-ducere = trarre fuori, allevare) contro l’ignoranza, la disinformazione, famiglie che si sgretolano si fa sempre più difficile.

Ciò che non manca a queste donne è la sensibilità tutta femminile, la capacità dell’ascolto pronta a sostenere e ad incoraggiare, quotidianamente; pronta al rimprovero, se necessario, ma sempre con equilibrio, mai con eccesso.

Non esiste un ingrediente segreto, né una pozione magica: basta lasciarsi guidare dall’amore per quello che può essere il mestiere più bello del mondo, se solo si ascolta il proprio cuore e soprattutto si è capaci di empatia.

“RITIRATI IN TE STESSO PER QUANTO PUOI; FREQUENTA LE PERSONE CHE POSSONO RENDERTI MIGLIORE E ACCOGLI QUELLI CHE PUOI RENDERE MIGLIORI. IL VANTAGGIO È RECIPROCO, PERCHE’ MENTRE SI INSEGNA SI IMPARA” (Seneca).

Rossella Guarnieri – Docente

Scopri di più sul Mosaico e su

Fondazione Città Solidale Onlus

Visita il nostro sito www.fondazionecittasolidale.it

Vai